mercoledì 30 dicembre 2009

Le Adsl italiane sono lente come lumache

La velocità' delle Adsl italiane è deludente. A dispetto dei 20 Megabit di velocità sbandierati da numerosi operatori, lo studio di Speedtest.net rivela come l'Italia risulta 45esima al mondo per velocità reale di download e 79esima per quella di upload, dietro i principali Paesi europei.

Aumentano i malumori degli utenti delusi dalla velocità dell'Adsl e aumentano i casi di operatori multati dall'Antitrust per "pratica commerciale scorretta" in merito alla velocità Adsl. L'ultimo è di qualche settimana fa. Sul banco degli imputati stavolta Fastweb, che pure ha buona fama quanto a qualità delle connessioni. Ma conoscete voi un operatore in Italia che non sia finito nel mirino dell'Antitrust per questo motivo? La causa delle multe sempre la stessa: per "messaggi pubblicitari ingannevoli", cioè per aver fatto credere agli utenti di poter navigare a una velocità molto superiore a quella in effetti raggiungibile, mai ben specificata sul sito. In altre parole, per aver venduto fumo!!

E il problema delle velocità Adsl che non corrispondono a realtà non riguarda solo quelle fisse ma anche le connessioni su banda larga mobile (Umts/Hspa) che dichiarano velocità massime di 7 Mbps ma poi vanno in realtà a circa 1-2 Mbps.

Alla base del problema, delle velocità Adsl in Italia come rivelato dagli studi, ci sono principalmente tre elementi: grandi promesse degli operatori, velocità reali molto più basse di quelle dichiarate e della media europea, scarsa trasparenza delle offerte.

Da parte sua l'utente può usare appositi software che testano la connessione. A tal proposito entro la fine dell'anno prossimo Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) e la Fub (Fondazioni Ugo Bordoni) pubblicheranno il primo software "certificato" per testare la connessione. L'utente potrà usarne i risultati, quindi, per rivalersi sull'operatore, chiedendo per esempio rimborsi o una disdetta del contratto in caso di promesse pubblicitarie largamente disattese. Ma sarà veramente così? Già da novembre 2008 Agcom ha chiesto agli operatori di dichiarare non solo la velocità massima ma anche quella minima e media per le proprie connessione, con tanti altri parametri. Ma è stato come parlare ai sordi. Il software certificato servirà a ben poco se le promesse degli operatori continueranno a essere così fumose. "È uno di quei casi in cui noi facciamo le regole ma poi non vengono rispettate", ha dichiarato Nicola D'Angelo, consigliere Agcom.